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mercoledì 18 settembre 2013

TAME IMPALA - Lonerism - 2012



Ecco la mia canzone dell'estate!
Feels Like We Only Go Backwards.
L'ho scovata così per caso e mi ha letteralmente rapito dal primo ascolto.
Forse anche a causa del video “sballone” che l'accompagna. 


Ma penso soprattutto per la freschezza ed il senso di rilassamento che riesce a trasmettere questo pezzo maledettamente “pop” e spudoratamente accattivante.
Mi dà proprio l'idea di un bel calippo estivo (magari alla coca-cola..massì dai) da assaporare stesi al sole mentre una leggera brezza marina t'accarezza proprio prima d'assopirti inconsapevolmente sulla sdraio.

It feels like I only go backwards baby,
Every part of me says go ahead.
Then I got my hopes up again, oh no, not again.
Feels like we only go backwards darling.
La curiosità di dare un'ascoltata all'album è sorta quindi spontaneamente.
E vi dirò, l'idea non è stata per niente malsana.
Lonerism, secondo album degli australiani TAME IMPALA, è un LP di ca. 52 min. che inizialmente si regge davvero con difficoltà. 
Anzi, ad esser sinceri, infastidisce proprio.

Se invece lo si lascia lì a macerare, acquista sapore ed ascolto dopo ascolto se ne comprende meglio la natura. Ha un ché di quei dischi che invecchiando migliorano pur non essendo un vero e proprio capolavoro.

L'album infatti riprende solo l'aspetto onirico e psichedelico del brano di punta, portando a derive fortemente Seventies tutto il sound della band.
Personalmente trovo che Kevin Parker, classe '86, voce e mente della band, ricordi moltissimo Lennon, ma non tanto John quanto il figlio Sean (di cui sono abbastanza fan). Ed anche i brani richiamano chiaramente quel pop ricercato di cui certamente i Beatles nel loro periodo lisergico, ma anche Beck o i Pink Floyd meno estremi sono degli incredibili paladini.

Insomma, è un album dal sapore tipicamente anni settanta, ma non per questo suona ammuffito. E' davvero un'ottima opera, soprattutto appunto, per l'originalità della reinterpretazione del suono di quegli anni in chiave odierna.
Tuttavia, devo ammettere che ci sono molti pezzi stanchi che appesantiscono e di molto l'ascolto.
Ma non per questo mancano dei grandi brani col tempo acquistano spessore.


E' così per “Apocalypse Dream” in cui all'improvviso un piano a là Kinks mette vigore e fa da contrappeso ad un pezzo davvero trasognato e ondivago, inframmezzato da stop & go che ci trasportano da un trip all'altro in modo del tutto naturale.

O per “Elephant”, l'altro singolo del mazzo che, forse proprio perché è il brano più tirato del giro, riesce a farsi amare da subito. O forse è anche merito dell'accattivante riff principale o ancora, degli assoli di tastiera nel finale davvero ben calibrati. 


Ah.. quasi dimenticavo.
Le chiavi del suono dei TAME IMPALA, oltre alla voce impastata di echo di Parker, sono certamente il basso dalle linee sì pulite, ma anche calde e profonde e, soprattutto, per la tipica tastiera seventies (hammond?) adattata ad un contesto da caldo pomeriggio estivo su una spiaggia australiana (o almeno, così come me lo immagino io!).

Insomma, è chiara e fortissima l'influenza dell'oceano e forse anche di qualcos'altro (beh sì dai… ci siamo capiti..) nel sound di questi ragazzotti australiani.
Mi verrebbe da dire: “Continuate così”.
In realtà però la prossima volta sarebbe meglio scegliere meno pezzi ed inserirne qualcuno più tirato.
Ma nel complesso non ci si può proprio lamentare.

VOTO: 6,5

1 Be Above It 3:21 
2 Endors Toi 3:06 
3 Apocalypse Dreams 5:56 
4 Mind Mischief 4:31 
5 Music to Walk Home By 5:12 
6 Why Won't They Talk to Me? 4:46 
7 Feels Like We Only Go Backwards 3:12 
8 Keep on Lying 5:54 
9 Elephant 3:31 
10 She Just Won't Believe Me 0:57 
11 Nothing That Has Happened So Far Has Been Anything We Could Control 6:01 
12 Sun's Coming Up 5:20


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